martedì 3 maggio 2011

RIFLESSIONI_____________



CATULLO. CARME XXXI.

Delle penisole, Sirmione

Delle penisole, Sirmione, e delle isole
pupilla, tutte quelle che il duplice Nettuno
porta nei limpidi stagni ed il vasto mare,
quanto volentieri ti rivedo e quanto felice,
a stento io stesso credendomi di aver lasciato la Tinia
ed i Bitini e vedere te al sicuro.
Oh cosa c'è di più felice degli affanni dissipati,
quando il cuore ripone il peso e stanchi per la fatica
straniera e giungiamo al nostro focolare,
e riposiamo nel letto sognato?
Questa è quella cosa unica per tante fatiche.
Salve, graziosa Sirmione, e gioisci del padrone
gioioso e voi, o lidie onde del lago,
ridete di tutte le risate di casa.


quanto è dolce e confortante sapere che ogni uomo amerà il luogo identificato con casa, terra madre, patria d'origine con tutto se stesso? mi viene da chiedere, con quale criterio un luogo viene considerato bello, piacevole, se non addirittura unico in quanto a bellezza, armonia, vitalità? l'idea di creare euritmia tra uomo e spazio, inteso come spazio progettato, ma che garantisca al contempo quel senso del meraviglioso, dell'universale e dell'oltre. oltre. come andare oltre. come non adattarsi ai luoghi comuni. come il non essere spaventati da quello che non si conosce. oltre come quelle volte in cui ti trovi quotidianamente davanti a persone che sembrano essere diventate quello che mostrano, ma che sono incapaci di mostrare agli altri il meglio. scusate la digressione, è che a volte mi fermo a riflettere. mi piacerebbe molto tornare all'oltre. a quell'antica armonia del lontano passato. sempre che ci sia mai stata. già, l'armonia, quella dove sembra esserci unità tra gli uomini, uniti da valori un pò più saldi, più sentiti da tutta la collettività. e dove l'unità si ripercuoteva spesso in un'architettura grande, capace di insegnare qualcosa. è strano perchè a volte la mia mente procede come in un flusso di coscienza. e le idee sopraggiungono nei momenti più impensati. ad esempio quando un porticato di acciaio bianco del polo sociosanitario di Agrate ti riporta con la sua ripetitività all'era dei templi greci e ti immagini immerso in un contesto storico, culturale, spirituale che non è il tuo, ma che tuttavia senti che ti appartiene. è la magia dell'universale. ecco perchè mi piace quella storia, perchè è fatta di uomini che a distanza di millenni ti comunicano qualcosa. ecco perchè da quando non frequento più il liceo scopro di amare gli autori latini, perchè cerco filosofie di vita nei concetti, negli insegnamenti e nelle idee. ed ecco perchè vi consiglio di andare in un posto caro a voi come a me le terme di Catullo a Sirmione. perchè lo stato di rovina non è solo uno sfondo bellissimo per fare una foto o mangiarsi un gelato guardando il tramonto. se capite cosa voglio dirvi, se vi concentrate, se entrate in sintonia con quel posto, capite che è stato pensato per voi. magari non voi in quanto francesca valeria e sergio. ma indubbiamente per voi in quanto esseri umani. pensato per l'uomo da un altro uomo.

è così che vorrei fosse l'architettura. anche durante l'apprendimento, anche nei nostri primi passi.

ci è permesso di pensare in grande, ma dobbiamo agire nel piccolo

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