venerdì 24 giugno 2011

ci guardiamo dentro. facciamo il riepilogo della giornata. un brain storming di idee, di pensieri. una rivisitazione dei momenti di apprendimento universitari. Classica scena quotidiana al Politecnico. Classica aula gremita di studenti attenti a porre le basi per una professione, per formalizzare una passione, per rendere concreto il sogno di essere architetti. tutto procede normale. da parte nostra si cerca di imparare sostanzialmente. imparare già, ma facendo propri i mezzi per esprimere se stessi. non tanto per il vano desiderio di avere un nome riconoscibile. è diverso. il fatto è che quando progettiamo indubbiamente ci esprimiamo. disegnamo ciò che siamo. ciò che capiamo, ciò che sentiamo giusto, tutte le idee che al valio del nostro io interiore si concretizzano in linee d'inchiostro su fogli bianchi. poi accade, spesso, che qualcosa scombussoli la logica seppur banale di questo pensiero. a volte le parole si uniscono a formare frasi grette, illogiche, povere se mi è concesso dirlo. parole che colpiscono e ci rimangono impresse, più di quanto ci saremmo mai aspettati. dunque professori, dunque ragionamenti che mi aspetto siano quasi trascendentali o, senza ironia, che per lo meno siano sensati. dunque parole che suonano come : "dovete seguire la moda del momento o non potrete mai competere con un panorama europeo. un pò come se vi vedessi vestiti con un saio bellissimo, ma ai giorni nostri come potrei io come tutti gli altri non giudicarvi negativamente?"
ora: non è tanto l'idea di cambiare il progetto quanto la metafora così poco intelligente che mi urta. ci si pone delle domande. non sulla professionalità, non sulla preparazione, ma nemmeno sulla cultura delle persone. io mi domando più semplicemente: che persone siamo? concetti come moda, giudizio senza consapevolezza, parole in libertà che regaliamo come esempio ai posteri come fossero oro colato. insegnateci i luoghi comuni che non ce ne sono mai abbastanza. insegnateci a copiare, ma non per imparare bensì per conformarci alle tendenze. insegnateci a non voler osare. insegnatemi a non seguire gli insegnamenti di mia madre che da piccola quando facevo una cosa perchè " la fanno tutti " era la prima a riprendermi dicendo:" assì? e se gli altri si buttano giù da un pozzo lo fai anche tu?". tutto sommatto sorrido. non si finisce mai di imparare. sia per migliorare i progetti, sia per migliorarci come persone.

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